Alcune fotografie e illustrazioni sono tratte da una precedente attività realizzata nella "Scuola Gaetano Di Biasio" di Cassino

(Album sentimentale)

Incontriamoci !
Sembra facile?
E' semplice a dirsi, ma può risultare difficile a farsi.
Se si dice soltanto incontriamici, è molto probabile che non ci si incontri mai!
Perchè?
E' necessario stabilire anche il “dove” e il “quando”.
Il “dove” ha senso solo se conosciamo il luogo dell'appuntamento e se è ben caratterizzato e circoscritto: infatti, l'esperienza c'insegna che sorgono difficoltà anche se il luogo dell'appuntamento è in una piccola città che non si conosce.
Pure il “quando” fa sorgere problemi: se non si sa riconoscere il momento per il quale è stato fissato l'appuntamento, sicuramente l'incontro non ci sarà.

Dove?
Ci sono tante complicazioni!
Se l'incontro deve avvenire davanti alla cattedrale di una piccola città, non ci saranno grosse difficoltà per individuare il luogo: basterà chiedere informazioni a qualche passante.
La situazione diventa più difficile se il luogo dell'incontro è disabitato: sarà necessaria una descrizione accurata della località affinchè sia ben riconoscibile.
Nessuna descrizione si potrà avere se l'incontro dovrà avvenire in una foresta, nel deserto, nella steppa sconfinata e piatta oppure in mezzo all'oceano.

Quando?
Se l'incontro è al tramonto, basterà aspettare il calare del Sole.
E se volessimo incontrarci in un momento diverso? Come si farà per riconoscerlo?
Potremmo decidere d'incontrarci nella prima parte del giorno, durante la mattina, quando il Sole sta ancora salendo nel cielo; oppure di pomeriggio, quando il Sole sta effettuando il suo percorso calante.
In ogni caso non sapremmo individuare con precisione il momento dell'incontro e saremmo costretti a presentarci in anticipo all'appuntamento.
Ciò ci costringerebbe a perdere tempo!

Come affrontare il “dove”

Per indicare il “dove” occorre:
1. Conoscere il territorio
2. Saperlo descrivere
3. Saperlo rappresentare

“I riferimenti”

Per trovare qualsiasi posto occorre una descrizione precisa della località insieme all'indicazione dei punti di riferimento, delle direzioni e delle misure dei percorsi. Meglio ancora se a tutto ciò si aggiunge una mappa che rappresenti il territorio.
Ecco un esempio:
Indicazioni sul retro della carta de “L'isola del tesoro”:
Albero alto, fianco del Monte del Cannocchiale, un punto a nord di nord- nord-est.
Isola dello Scheletro, est-sud-est, verso est.
Dieci piedi.
Il lingotto d'argento è nel nascondiglio a nord; potrete trovarlo seguendo la linea del contrafforte a est, a dieci nodi dalla roccia nera, guardando ad essa.
Le armi sono facili a trovarsi nella duna nord nel promontorio della baia settentroniale; direzione est e una quarta a nord
J. F.


Le mappe mentali
Ognuno di noi, negli spostamenti in un territorio conosciuto, sceglie i percorsi seguendo una personale “mappa mentale”.
In essa sono memorizzati i punti di riferimento, le direzioni e i percorsi.
Durante lo spostamento, la mente controlla l'aderenza del paesaggio osservato con i riferimenti della mappa mentale.
In questo modo non ci si confonde e non si sbaglia direzione.


...............................Gol...........................................Dand..............................................



I riferimenti sono indispensabili

I riferimenti sono stati utilizzati dall'uomo fin dalla preistoria : senza di essi non gli sarebbe stato possibile spostarsi con sicurezza per cercare del cibo e per ritrovare, ad esempio, una sorgente o il riparo sicuro per la notte.
“I riferimenti sono utilizzati persino dai babbuini per ritrovare, nella savana, la roccia sopraelevata o l'albero che il branco usa regolarmente come rifugio sicuro per le ore notturne.

Senza riferimenti.........
1) 2)

Guardando la prima immagine e poi la seconda a destra si può dire con certezza quale auto si è spostata?
L'auto A si è spostata a sinistra mentre la B è rimasta ferma?
L'auto B si è spostata a destra mentre la A è rimasta ferma?
Le auto A e B si sono mosse contemporaneamente: la A verso sinistra e la B verso destra?
Con un riferimento!
1) 2)
Adesso si può stabilire con certezza quale delle due auto si è spostata?
Tutto ciò grazie alla presenza della ….......... che fa da riferimento.
Attenzione!
Sembra tutto risolto, ma c'è qualche complicazione:
“L'esistenza contemporanea di più tipi di riferimento!”
Esistono:
Riferimenti personali
Riferimenti locali
Riferimenti universali

Riferimenti personali

Ogni persona, durante i suoi spostamenti in città o in altri ambienti, utilizza, quasi senza accorgersene, le proprie mappe mentali confrontandolr con i riferimenti che, durante le sue precedenti esplorazioni del territorio, ha individuato come i più adatti per orientare i suoi percorsi.
Inconvenienti
I riferimenti personali non sempre corrispondono a quelli scelti da altri. Ciò può causare incomprensioni e perdite di tempo.



I riferimenti locali

Dove sono? Come posso arrivare alla mia destinazione?
Queste domande sono vecchie.
Infatti, da sempre, identificare e ricordare oggetti o massi particolari come punti di riferimento fu la soluzione che permise anche agli uomini primitivi di ripercorrere i loro sentieri. Il lasciare pietre, il marcare alberi e il riferirsi a montagne furono le prime soluzioni di supporto alle loro peregrinazioni. Il tipo di punti di riferimento, poi, è stato migliorato con l'avvento di tecniche e strumenti più sofisticati.


Ac


I riferimenti locali sono utilizzati, per lo più, dai membri di una popolazione residente in quel luogo da molto tempo. Essi, però, sono del tutto sconosciuti e insignificanti per chi non è del posto.


I sistemi di riferimento universali
I sistemi di riferimento universali devono essere immutabili, riconoscibili da tutti e utilizzabili in ogni località e perciò non possono basarsi su qualche elemento presente solamente in un dato territorio. Essi devono fondarsi su ciò che può essere visto da tutti.
Per questo motivo, fin dall'antichità, fu utilizzata la Polare. Essa, essendo esterna alla Terra, risultava visibile da tutti i popoli civili dell'emisfero settentrionale.



Anche alcuni animali migratori prendono come riferimento la stella polare per individuare il giusto percorso.
E' stato provato che l'uccellino “ministro migratore”, posto in una gabbia a imbuto che gli permette di vedere soltanto una parte del cielo riprodotto artificialmente, sistematicamente cerca di balzare verso Sud, nella direzione opposta della Polare e dell'Orsa Maggiore. Spostando la posizione della Stella Polare proiettata sulla cupola del planetario, anche i balzi dell'uccello migratore si spostano in maniera conforme. ( Le zampette dell'uccello lasciano le impronte dei suoi balzi sulle pareti della gabbia perché sul suo fondo c'è un tampone imbevuto d'inchiostro.)

Dalla stella Polare si costruisce un sistema di riferimento, proiettato sulla superficie della Terra, procedendo nel modo seguente:

partendo dalla posizione della stella facciamo discendere lo sguardo, con traiettoria perpendicolare, sul punto dell'orizzonte sottostante;
il punto così determinato indica il Nord geografico della Terra ( Punto Cardinale N) e la retta che, passando sotto i nostri piedi si congiunge a N, indica la direzione Nord-Sud (avremo il Nord davanti a noi e il Sud alle nostre spalle); di conseguenza, alla nostra destra sull'orizzonte avremo l'Est e sulla sinistra l'Ovest. La retta congiungente questi due punti indica la direzione Est-Ovest.

 

La Polare e la bussola

La scoperta del riferimento che indica il Nord è più antica della scoperta della bussola. Anzi se l'umanità non avesse saputo che c'è qualcosa di fisso che indica il Nord in modo assolutamente certo, la scoperta dell'utilità della bussola da parte dei cinesi sarebbe stata più difficoltosa. Senza conoscere il Nord, infatti, come sarebbe stato possibile accorgersi che l'ago della bussola, in qualsiasi parte del mondo allora conosciuto, puntava sempre verso quella direzione?

Sembra che la bussola cinese abbia avuto origine dal movimento regolare che un cucchiaio, contenente una scheggia di magnetite, ripeteva quando era appoggiato in modo bilanciato su di un patto ben levigato: disponendo la magnetite in maniera che fosse allineata opportunamente col manico, quest'ultimo alla fine si dirigeva sempre verso il Nord.

Fondamenti nell'uso della bussola:

Prima di tutto deve essere disposta su di un piano orizzontale e si deve dare tempo all'ago di stabilizzarsi in una posizione senza che abbia oscillazioni.

In seguito è necessario individuare i punti cardinali relativi al luogo in cui ci si trova e perciò

quando l'ago magnetico si è stabilizzato, si deve ruotare il quadrante in modo che il suo Nord coincida con quello indicato dall'ago. In tale maniera il quadrante ci darà le giuste informazioni

Utilizzando il Sole

Si deve piantare a terra un bastone dandogli l'inclinazione che lo faccia puntare verso il Sole. In questa posizione esso non produrrà ombra. Dopo una ventina di minuti, a causa della rotazione terrestre, bastone e Sole non saranno più allineati e sul terreno si produrrà un'ombra. Essa, se il Sole avrà superato la fase di culminazione punterà verso Est (viceversa essa punterà ad Ovest). Si deve attendere fino a che essa non sarà lunga almeno 15 cm. Tracciando la perpendicolare alla direzione dell'ombra si otterrà la direzione Nord-Sud. (Ricordarsi che guardando a Nord, l'Est si trova a destra.

Il bastone non produce ombra!

Usando un orologio analogico

Si dispone l'orologio in posizione orizzontale in modo che la lancetta sia diretta sull'orizzonte nel punto che si trova sotto il Sole. Si legge l'ora utilizzando le 24 ore (le 4 del pomeriggio corrispondono alle 16) e la si divide perdue. La direzione del Nord sarà individuata dalla linea che congiunge il centro dell'orologio con il risultato della divisione.

L'Azimut

L'individuazione del Nord è importantissima se si vuol iniziare a descrivere con precisione il territorio visibile intorno alla nostra postazione di osservazione.

Infatti, in relazione alla direzione Nord, si dovranno misurare gli angoli (Azimut) sotto cui si vedono gli elementi importanti che compongono lo spazio circostante. In pratica:

1) L'Azimut di un oggetto di osservazione è l'angolo che la sua direzione, dal punto di stazione, forma con la direzione Nord

2) L'Azimut si misura sempre in senso orario a partire dalla direzione Nord.

L'Azimut e l'uso dei vari tipi di bussola

1) Le bussole con le basi trasparenti sono adatte all'uso sulle carte topografiche e quindi alla determinazione dell'Azimut di un oggetto che vi è rappresentato. Ciò permetterà poi di utilizzarlo per individuarlo sul territorio o, se esso non fosse visibile, di raggiungerlo con una marcia all'Azimut utilizzando una bussola da campagna.

Il procedimento consiste, prima di tutto, nell'individuare sulla carta sia il punto di stazione che l'oggetto di cui si vuol misurare l'Azimut.

Si disegna il segmento che unisce i due punti e poi si pone la bussola in modo che il suo margine più lungo sia aderente ad esso. Questa operazione ha l'effetto di rendere la freccia di direzione parallela al suddetto segmento. Si ruota il quadrante della bussola in modo che la sua freccia di orientamento corrisponda alla freccia di direzione. Si legge il valore dell'Azimut.

2) Le bussole da campagna sono più adatte per determinare l'Azimut di un oggetto individuato nel territorio circostante.

Si allinea il filo del mirino con il Nord del cerchio graduato e con quello segnato dall'ago.

Successivamente si mira all'oggetto e contemporaneamente si legge l'Azimut attraverso la lente d'ingrandimento.

Passiamo alla pratica

Abbiamo visto che i sistemi di riferimento sono importanti per poterci orientare e scegliere le giuste direzioni per il nostro cammino verso una meta precisa.

Per farvi provare le difficoltà che s'incontrano persino nello stabilire la posizione del posto in cui ci troviamo e, di conseguenza, quelle di orientamento, vi ho preparato una parte della mappa di Cassino che ho reso muta cancellandone tutti i riferimenti e i nomi delle strade. E' la vostra città! Vi ho chiesto di segnare, con un piccolo asterisco, la posizione della vostra scuola e dell'aula.

Poi vi ho messo a disposizione la mappa completa d'indicazioni e vi ho ripetuto la richiesta di ricercare le posizioni della scuola e dell'aula.

E' risultato che tutti voi avete sbagliato le posizioni nella prima mappa e siete stati, invece, più precisi nella seconda.

A questo punto, lasciando la vostra mappa sul banco, vi ho chiesto d'indicarmi le direzioni in cui si trovano alcune strade o piazze situate al di fuori della zona rappresentata. Anche qui gli errori sono stati molto numerosi. Per quale motivo?

Non è sufficiente avere a disposizione una mappa per poter determinare le direzioni di localizzazione di alcuni toponimi. Il corretto uso di qualsiasi carta richede di disporla orizzontalmente e in modo che sia aderente alla realtà del territorio circostante. Come prima approssimazione, questo vuol dire riuscire ad allineare i suoi elementi in posizione parallela ai corrispondenti oggetti di riferimento esterni.

Dopo aver realizzato la giusta corrispondenza fra mappa e territorio, le vostre risposte sono state precise.

Come costruire una mappa

Per renderci conto delle difficoltà e dei corrispondenti metodi di risoluzione, è bene procedere per gradi cominciando dalla rappresentazione della realtà più vicina: l'aula; ciò perchè essa è il luogo in cui ci troviamo (punto di stazione) e di cui possiamo ottenere facilmente tutte le informazioni utili allo scopo prestabilito.

Abbiamo misurato la lunghezza delle pareti ( m 6,40 e m 6,50 ) , la larghezza e posizione della porta e delle finestre. La scala di riduzione che avete scelto è stata quella 1:100 e con essa avete realizzato il disegno.

Il passo successivo consiste nell'inserire la mappa dell'aula nel territorio circostante.

Proseguendo in quest'opera di continuo inserimento in un territorio sempre più ampio abbiamo dovuto allargare il nostro orizzonte di osservazione. Sarebbe stato necessario scegliere un punto di osservazione elevato da cui poter

1) Rappresentare l'ambiente circostante, come si faceva principalmente in epoche passate, per esempio con una "carta a volo d'uccello"

2) Misurare gli Azimut dei toponimi più importanti

3) Tentare una "stima" delle distanze

Il punto più adatto sarebbe stato il belvedere a quota 350, che si trova sulla strada che porta all'abbazia di Montecassino, sul tornante nei pressi del Monte di Venere.

Da lì avremmo potuto godere di un angolo di osservazione di oltre 180° (da Nord-Nord-Est a Sud-Ovest). Lì, usando una griglia trasparente per determinare con precisione le posizioni degli elementi più importanti del paesaggio, avreste potuto abbozzare la vostra carta "a volo d'uccello".

Avreste potuto ottenere un risultato simile al seguente:

Oppure :

Una carta a volo d'uccello dà informazioni approssimative delle direzioni e troppo vaghe per quanto riguarda le quote. Essa non dà informazioni sulle distanze. Inoltre una sua enorme limitazione consiste nel fatto che è utilizzabile completamente soltanto da chi si trova nella stessa "zona" di osservazione del disegnatore: da altre postazioni si correrebbe addirittura il rischio di non riuscire ad individuare sul territorio ciò che è stato disegnato.

Per disegnare una carta moderna, dopo aver individuato gli elementi importanti del territorio, è necessario determinarne i relativi azimut e confrontare i risultati per arrivare alla misura media. Ciò permette di ridurre gli errori.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONTINUA

 

 

Inconvenienti
Considerando i rudimentali strumenti a vostra disposizione e che si tratta della vostra prima esperienza di misurazione degli azimut, possiamo definire accettabile la precisione delle direzioni dei toponimi individuati sul territorio circostante.
Dopo aver riportato tutto sulla mappa che state costruendo, vi ho chiesto di scoprire qual è l'inconveniente che essa presenta per non essere definita ancora una rappresentazione del territorio di Cassino.
Siete arrivati alla conclusione che l'indicazione delle direzioni dei toponimi rispetto alla città non è sufficiente perchè per ottenere una mappa è necessario individuare anche le loro relative distanze.
Come possiamo fare, visto che non disponiamo di strumenti adeguati?
Ebbene siamo costretti a riscoprire tutti i piccoli passi che l'uomo ha dovuto effettuare per raggiungere lo scopo nelle epoche passate.
Prima di tutto vi è chiaro che la misurazione delle distanze deve esser necessariamente “indiretta” e che è bene denominarla “stima della distanza” più che misurazione.
La stima si basa sull'esperienza e su ciò che si vede; quindi i risultati sono variabili in base all'abilità della persona che effettua la stima.
Ecco i suggerimenti che ci arrivano dall'esperienza di chi ci ha preceduto nello svolgimento di stime di questo tipo:
1. Con un po’ di esperienza e con molto esercizio, si può imparare a valutare le distanze a colpo d’occhio
2. Gli oggetti ti sembrano più vicini quando:
L’atmosfera è molto limpida (ad esempio dopo un temporale);
La luce è viva e vi batte sopra;
Fra te ed essi c’è una superficie di acqua, di neve, o di sabbia;
Il terreno è piatto;
Da mezza costa di una collina guardi verso l’alto o verso il basso.
3. Gli oggetti ti sembrano più lontani quando:
Il terreno è accidentato;
Sono in ombra;
Fa molto caldo e c’è umidità nell’aria;
C’è poca luce (sei al crepuscolo o c’è foschia);
Guardi attraverso una valle;
Lo sfondo è del loro medesimo colore degli oggetti;
Essi sono in fondo a un viale o a una lunga strada dritta;
Tenendo conto di tutto questo ecco quali sono i parametri di stima:

+


Il metodo dei millesimi


Questo procedimento, se ben usato, può dare risultati più attendibili.
Su cosa si basa?
Bisogna ricordare ciò che avete appreso studiando l'Omotetia.
Ipotizziamo questa situazione:
Un oggetto DE, alto 1m, si trova a 1000 m di distanza dal centro di omotetia A, quanto sarà alto BC che si trova a 1m di distanza ?

Questa situazione corrisponde a quella che si verifica realmente se ipotizziamo che il punto A sia il nostro occhio. Sappiamo che gli oggetti lontani sono percepiti sempre più piccoli man mano che aumenta la loro distanza. BC sarebbe l'altezza che percepiamo di DE se la confrontassimo con la scala di un righello posto a 1 metro di distanza dal nostro occhio A.
Concludiamo che in corrispondenza del righello, l'oggetto posto a 1 Km da noi, ci sembrerà alto 1mm che è la millesila parte del metro
Per questo motivo l'angolo DAE e chiamato Grado Millesimale e si indica con 1°°

Se si confronta il grado millesimale con il grado sessagesimale si vede che le loro grandezze sono rapportate in modo che l'angolo giro di 360°, in effetti, corrisponde a 6400°° .
Perciò

 

CONTINUA